La Formulazione
Dal sito www.arnostern.com/it
Come Arno Stern ha scoperto la Formulazione
Il destino ha voluto che Arno, ancora giovane avesse trovato occupazione in Francia presso un foyer per piccoli orfani di guerra nel 1947. Arno li aveva fatti giocare con il mezzo più immediato e semplice che aveva a disposizione: il disegno e successivamente la pittura. Realizza in seguito un atelier a Parigi, nel quartiere di Saint-Germain-des-Prés, divenuto celebre negli anni '50 con il nome di "Académie du Jeudi", e lì rimasto attivo per 33 anni prima d'essere trasferito, nel 1983, nel quartiere della Madeleine. Praticò questo lavoro in uno spazio, con una sistemazione particolare che dovette inventare. Questo spazio, protetto da rumori e distrazioni, aveva la virtù di suscitare forme di espressione particolari che non si erano mai prodotte in altri luoghi. Arno Stern non aveva premeditato tutto ciò. Era il testimone di tracce che, a causa della loro abbondanza e della loro ripetizione, attirarono sin da principio la suaattenzione. Non era condizionato da alcuna formazione, non aveva nessun pregiudizio e non proiettava dunque delle idee sui bambini/ ragazzi che incontrava quotidianamente in quello spazio. Quelle tracce, a cui nascita assisteva ogni giorno, si rilevarono come componenti di un sistema.
Iniziò allora a cercare dei vocaboli nuovi per spiegare tuttequeste scoperte.
S’iniziò a parlare così di Semiologia dell’Espressione e di Formulazione.
La facoltà di tracciare appare assai presto tra i gesti del bambino piccolo. Le sue primissime tracce sono condizionate dalle capacità motorie. Poi, si sviluppano secondo
un processo programmato - e non, come si è creduto, in virtù delle osservazioni che il bambino fa nel suo ambiente.
Quando non è più destinata agli altri - quand'è liberata dalla necessità d'esser compresa da un ricevente la manifestazione può diventare Espressione della memoria organica.
La Formulazione è naturale, è universale; ha delle conseguenze incommensurabili sulla salute degli uomini.
E’ una traccia senza destinatario. Un tale atto fino allora era sconosciuto, perché sin dai tempi passati, ciò che una persona emetteva era indirizzata agli altri. Infatti la caratteristica dell’opera d’arte è sempre stata quella di veicolare un messaggio, vale a dire di se
rvire alla comunicazione.
La Formulazione nasce invece da un atto compiuto per una necessità interiore che non produce un'opera.
Quest'atto basta a se stesso e dà un piacere sconosciuto perché con questa traccia viene liberata una ritenzione molto antica. E’ la sola manifestazione materiale della memoria organica (memoria degli avvenimenti della formazione dell'organismo).
Pertanto la Formulazione è un bene prezioso che bisogna valorizzare, preservare e sviluppare.
Arno Stern è lo scopritore e anche un combattente che lotta per salvare un’attitudine umana, troppo negletta: la spontaneità.
E’ importante quindi per tutti coloro che hanno dei bambini o lavorano con bambini, stimolare la Formulazione.
Arno fonda così un nuovo ambito scientifico, la Semiologia dell’Espressione, e gli fornisce un'infrastruttura creando, nel 1987, l'I.R.S.E. (Istituto di Ricerca in Semiologia dell'Espressione).
Sono molte centinaia i 'praticiens' formati da Arno Stern. Numerosi sono coloro che hanno, direttamente o indirettamente, approfittato delle sue scoperte. Il messaggio di Arno Stern si rivolge a tutti quelli che credono in queste inesplorate qualità dell'essere umano, cui una pratica libera d'artifici può dare un'espressione naturale, rigeneratrice e fautrice di un'attitudine creatrice nell'esistenza.
L'opera di Arno Stern gode di grande notorietà negli ambienti pedagogici. Ma - e le discussioni al termine d'ogni sua conferenza pubblica, lo dimostrano - essa risponde altresì ad un interrogativo e ad un'attesa generalizzati, sempre più pressanti in questo momento di svolta dell'evoluzione della nostra società.
Le scoperte di Arno Stern mettono in luce l'esistenza di una manifestazione primordiale sulla quale pesa - per ignoranza - la grave minaccia della sparizione.
Arno Stern propone di salvare facoltà umane naturali ignorate.